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Zahara

    C’era una volta , in un deserto arido e implacabile, un fiore chiamato  Zahara . La sua storia era un enigma, un mistero che affascinava chiunque lo vedesse. Le sue radici si aggrappavano al suolo secco, eppure, contro ogni previsione, sbocciava con una bellezza straordinaria. Zahara   aveva petali di un rosa tenue, quasi trasparenti. Sembravano fatti di seta e luce. La sua fragranza era un mix di sabbia calda e promesse di pioggia. La gente del deserto diceva che chiunque avesse respirato il suo profumo avrebbe trovato la speranza anche nei momenti più bui. Ma come poteva un fiore sopravvivere in un luogo così ostile?  Zahara  aveva imparato a resistere. Le sue radici si estendevano profondamente nel terreno, alla ricerca di ogni goccia d’acqua. Le sue foglie erano piccole e coriacee, ridotte all’essenziale per evitare la traspirazione. E i suoi fiori?  Zahara  li apriva solo quando il vento portava con sé l’odore della pioggia imminente. Un giorno, un viaggiatore smarrito

Nell'istante di un silenzio

 

 


 

Nell’istante di un silenzio i suoi occhi parlano,

raccontano storie di mari calmi e tempeste lontane,

ogni sguardo un capitolo, ogni battito di ciglia un racconto,

leggo in essi la dolcezza di un tramonto

e la forza di un'alba che ancora deve arrivare.

 

Nelle sue pupille danza la luce delle stelle

e nel loro abisso si riflette l'universo intero,

ogni volta che mi perdo nel loro mare,

scopro mondi nascosti, segreti da svelare

e la grandezza di un’anima pura e sincera.

 

Io leggo i suoi occhi, come pagine aperte,

in essi vedo la verità che non necessita di parole,

sono come specchi che riflettono l'anima

e in quel profondo sguardo, trovo una forza,

di un cuore che ama, senza confini né ruoli.

 

Sono come pagine scritte in un linguaggio segreto,

che solo un cuore simile può veramente interpretare,

in essi vedo il riflesso di stelle cadenti

e il desiderio taciuto di sogni da realizzare.

 

La sua vista è un viaggio senza fine,

un percorso che si snoda tra realtà e fantasia,

ogni sguardo una scoperta, un sospiro che infonde gioia

e io, viandante dell'iride, esploro con ardore,

la mappa di una dolcezza che non conosce tramonto.

 

(17 Giugno 2024 ore 19.20)

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