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Zahara

    C’era una volta , in un deserto arido e implacabile, un fiore chiamato  Zahara . La sua storia era un enigma, un mistero che affascinava chiunque lo vedesse. Le sue radici si aggrappavano al suolo secco, eppure, contro ogni previsione, sbocciava con una bellezza straordinaria. Zahara   aveva petali di un rosa tenue, quasi trasparenti. Sembravano fatti di seta e luce. La sua fragranza era un mix di sabbia calda e promesse di pioggia. La gente del deserto diceva che chiunque avesse respirato il suo profumo avrebbe trovato la speranza anche nei momenti più bui. Ma come poteva un fiore sopravvivere in un luogo così ostile?  Zahara  aveva imparato a resistere. Le sue radici si estendevano profondamente nel terreno, alla ricerca di ogni goccia d’acqua. Le sue foglie erano piccole e coriacee, ridotte all’essenziale per evitare la traspirazione. E i suoi fiori?  Zahara  li apriva solo quando il vento portava con sé l’odore della pioggia imminente. Un giorno, un viaggiatore smarrito

Cosa pensi


 

Nel giardino dell'anima fioriscono pensieri,

petali di domande che il vento disperde,

"Chissà cosa pensi?" sussurra il cuore,

mentre il tempo, silente, le ore converte.

 

In ogni sguardo celato, un universo si espande,

stelle di curiosità nel cielo della mente brillano,

"Chissà cosa pensi?" l'eco indaga,

e nel silenzio, la risposta attende.

 

Tra le pagine del destino, le parole danzano,

versi di un libro che solo tu puoi leggere,

"Chissà cosa pensi?" la penna scrive,

inchiostro di speranza che non deve cedere.

 

Sul palcoscenico della vita, le maschere cadono,

verità nascoste che solo gli occhi possono narrare,

"Chissà cosa pensi?" la maschera chiede,

e sotto i riflettori, l'anima si può svelare.

 

(30/05/2024 ore 22.30)

 

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