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In primo piano

Zahara

    C’era una volta , in un deserto arido e implacabile, un fiore chiamato  Zahara . La sua storia era un enigma, un mistero che affascinava chiunque lo vedesse. Le sue radici si aggrappavano al suolo secco, eppure, contro ogni previsione, sbocciava con una bellezza straordinaria. Zahara   aveva petali di un rosa tenue, quasi trasparenti. Sembravano fatti di seta e luce. La sua fragranza era un mix di sabbia calda e promesse di pioggia. La gente del deserto diceva che chiunque avesse respirato il suo profumo avrebbe trovato la speranza anche nei momenti più bui. Ma come poteva un fiore sopravvivere in un luogo così ostile?  Zahara  aveva imparato a resistere. Le sue radici si estendevano profondamente nel terreno, alla ricerca di ogni goccia d’acqua. Le sue foglie erano piccole e coriacee, ridotte all’essenziale per evitare la traspirazione. E i suoi fiori?  Zahara  li apriva solo quando il vento portava con sé l’odore della pioggia imminente. Un giorno, un viaggiatore smarrito

Dolce prigione


 

Sei il mio pensiero fisso, l'eco nei corridoi della mente,

la melodia che si ripete senza sosta, un ritornello persistente.

Come un chiodo ben piantato nel cuore,

sei l'ossessione che mi tiene sveglio nelle notti buie.


Ti penso mentre il sole sorge e il mondo si risveglia,

mentre la pioggia danza sui vetri e il vento sussurra segreti.

Sei il colore dei miei giorni, la nota più alta nella sinfonia,

l'immagine che si riflette nei miei occhi, sempre e comunque.


Non c'è scampo, non c'è via di fuga da te,

sei il mio pensiero fisso, la dolce prigione in cui mi perdo.

E anche se questo silenzio mi tormenta, quando ti vedo sei  luce che illumina la mia giornata,

l'unico desiderio che non posso negare, il mio eterno sogno.

 

(12 Maggio 2024 ore 15:57)

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