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Zahara

    C’era una volta , in un deserto arido e implacabile, un fiore chiamato  Zahara . La sua storia era un enigma, un mistero che affascinava chiunque lo vedesse. Le sue radici si aggrappavano al suolo secco, eppure, contro ogni previsione, sbocciava con una bellezza straordinaria. Zahara   aveva petali di un rosa tenue, quasi trasparenti. Sembravano fatti di seta e luce. La sua fragranza era un mix di sabbia calda e promesse di pioggia. La gente del deserto diceva che chiunque avesse respirato il suo profumo avrebbe trovato la speranza anche nei momenti più bui. Ma come poteva un fiore sopravvivere in un luogo così ostile?  Zahara  aveva imparato a resistere. Le sue radici si estendevano profondamente nel terreno, alla ricerca di ogni goccia d’acqua. Le sue foglie erano piccole e coriacee, ridotte all’essenziale per evitare la traspirazione. E i suoi fiori?  Zahara  li apriva solo quando il vento portava con sé l’odore della pioggia imminente. Un giorno, un viaggiatore smarrito

Melodia della terra

 

Nel silenzio dell'alba nascente,

un canto dolce si eleva lieve,

è la terra che in versi parla,

di un amore che sempre vive.

 

Foglie verdi al vento sussurrano,

storie antiche di boschi e prati,

ogni petalo, ogni spiga di grano,

un verso d'amore ha narrato.

 

Il ruscello, in gorgoglii poetici,

racconta di rocce e di cieli riflessi,

di pesci che danzano in acque serene,

di vita che scorre, di sogni attesi.

 

L'uccello, in volo, traccia nel cielo,

note che si spargono nell'aria pura,

melodie che intrecciano l'infinito,

in un concerto di natura.

 

Montagne maestose, in lontananza,

echi di forza e di quiete mandano,

sono i versi più antichi della terra,

che al cuore parlano, che l'anima abbracciano.

 

Così la poesia della creazione si dispiega,

in ogni angolo del mondo si rinnova,

è un inno alla vita, un canto d'amore,

che ogni creatura intorno a sé intona.

 

(12 Maggio 2024 ore 01.30)

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